Vailhé, LETTRES, vol.1, p.669

1 sep 1834 Rome, ALZON_AUGUSTINE
Informations générales
  • V1-669
  • 0+206|CCVI
  • Vailhé, LETTRES, vol.1, p.669
Informations détaillées
  • 1 ANGLAIS
    1 ANIMAUX
    1 BIENS-FONDS
    1 CALOMNIE
    1 CARDINAL
    1 CORRUPTION
    1 DIVINITE DE JESUS-CHRIST
    1 DOMESTIQUES
    1 EGLISE
    1 ENCYCLIQUE
    1 ENFER
    1 FRANCHISE
    1 ITALIENS
    1 LANGUE
    1 LIVRES
    1 MAL MORAL
    1 MALADES
    1 MALADIES
    1 NOTRE-SEIGNEUR
    1 PARENTE
    1 PARENTS
    1 PASSIONS MAUVAISES
    1 PENITENCES
    1 POLONAIS
    1 PROVIDENCE
    1 PURIFICATION
    1 RELIGIEUX
    1 SAINT-SIEGE
    1 SATAN
    1 SENSIBILITE
    1 SPOLIATEURS
    1 THEOLOGIE
    1 VIE SPIRITUELLE
    1 VOYAGES
    2 ASTROS, PAUL D'
    2 BILLUART, CHARLES-RENE
    2 COMBALOT, THEODORE
    2 CRISPINE, SERVANTE
    2 DA SILVA, PATRIZIO
    2 ESTHER, SERVANTE
    2 GABRIEL, JEAN-LOUIS
    2 LA FERTE, DUCHESSE DE
    2 LA GOURNERIE, EUGENE DE
    2 LAMENNAIS, FELICITE DE
    2 MAC CARTHY, CHARLES
    2 MEZZOFANTI, GIUSEPPE
    2 MICARA, LODOVICO
    2 PAUL, SAINT
    2 PEDRO I, EMPEREUR DU BRESIL
    2 POPIEL, PAUL
    2 ROBERT BELLARMIN, SAINT
    2 RODIER, CLEMENT
    2 SHAKESPEARE, WILLIAM
    2 SIGALON, XAVIER
    2 SUDRE, CHARLES
    2 WISEMAN, DAMES
    3 ESPAGNE
    3 LISBONNE
    3 LORETTE
    3 PORTUGAL
    3 ROME
    3 ROME, CHAPELLE SIXTINE
    3 ROME, VATICAN
    3 TOULOUSE
  • A SA SOEUR AUGUSTINE.
  • ALZON_AUGUSTINE
  • le 1er septembre 1834.
  • 1 sep 1834
  • Rome,
La lettre

Je suis enchanté, ma chère petite soeur, d’avoir reçu aujourd’hui une de tes lettres. Après-demain, je pars pour un petit voyage et j’aurais été bien contrarié de penser que je resterais longtemps sans avoir de tes nouvelles. Je vais à Lorette. La Gournerie, qui part, m’entraîne avec lui jusque-là. Ce bon Eugène devient plus sourd que jamais. Il me faut horriblement crier pour me faire entendre, et le mal est qu’il ne veut pas qu’il soit dit qu’il est sourd. Il répond tout de travers aux questions qu’on lui fait sur un ton ordinaire, et quelquefois il ne répond pas du tout. Les personnes qui ne connaissent pas son infirmité s’en choquent; aussi j’ai soin le plus possible de les prévenir en particulier.

Je suis allé ce matin avec lui à la bibliothèque Vaticane. Il était à six pouces d’une cuiller, dont les chrétiens se servaient autrefois pour la communion; il me demanda quelle était cette espèce de poisson. Nous avons vu Monsignore Mezzofanti, qui parle quarante-deux langues. Il a parlé devant nous français, allemand, polonais, arabe. Un Polonais, qui était avec nous, nous a assuré qu’il avait l’accent parfait de sa nation. Ce Polonais m’a donné des nouvelles de Popiel, ce qui m’a fait grand plaisir.

Il m’est arrivé hier un singulier quiproquo. Les cousines de Mac-Carthy ont désiré me connaître. Il y avait plus de deux mois que je n’étais allé chez elles; je crus devoir aller leur pousser une visite. Miss Wiseman qui a une levrette délicieuse, me demanda si je serais bien aise d’avoir un chien de cette espèce. Moi qui pensais à toi, je répondis que oui. « Il y en a quatre, me dit-elle, que vous pourriez avoir. » Je me confondais en remerciements, quand elle me dit qu’elles étaient à vendre et qu’on devait les lui faire voir le soir même. Ainsi donc, si miss Flora a défunté, tu n’as qu’à me prévenir; je lui procurerai une successrice.

Je te remercie de la manière charitable dont tu me rappelles une malice que je t’ai faite dans le temps. Tu es une petite vindicative, ce qui n’est pas beau.

Poi che tu vuoi parlar d’altra cosa che di teologia, io te diro che bisognerebbe di legere qualche buon libro teologico, come sarebbe o Bellarmino, o il Billuart, o la Somma di san Tomso, la quale e stata tradotta in francese e tutta dalla duchessa de La Ferté come penitenza imposta a lei dal signor abbate…,non mi ricordo adesso piu il suo nome.

E gia faciamo come se fosse letta questa Somma. Dunque ti dico che io sono mollo afflitto per La Mennais, il quale va disgraziatamente rovinandosi e faciendo vera la calunnia, la quale i Gesuiti avevano delta di lui quando viene in Roma; e per questo io vedo che calamitosamente non si puo negare piu. Io spero pero que la sua franchezza lo faro tornare indietro, ma chi lo sa. Io, per me, l’amo troppo per condannarlo ancora, e si vuoi tu che ti parlo francamente, non posso approvare la condotta di questo vescovo di Tolosa, il quale ha difeso la lettura delle Parole d’un credente, quando il Papa non ha voluto expressamente difenderla,e quando si dice che sono pochi giorni un suo cameriere segreto avendo domandato il permesso di legere queste sventurate Parole, la Santita del Nostro Signore gli rispose: « Questo è un cattivo libro, ma non è difeso, perche non è condannato. » E verissimo dunque che il Papa non ha difeso la lettura. Quando a l’affare di Don Pietro, cosa vuoi tu, che ci ti dico? Io sicurissimamente non posso approvare questo infame birbone, il quale va separando il suo regno della ubbidienza della Santa Sede, ma io temo molto che sara forse il piu forte, e allora separera il Portogallo, principalmente il patriarca di Lisbona avendo acconsentito a tutto quello che gli domandava questo galiotto di Pietro.

Ero rimasto dieci o dodeci giorni senza andare da questo mio ottimo cardinale. Ando da lui sabbato sera; questo veramente galantuomo mi fece tanti rimproveri amabili sopra la mia lunga assenza, che io vedi bene che m’amava molto teneramnente. Io per giustificarmi un poco gli dissi che ero stato un poco riscaldato et che avevo avuto una sciolta, et pur questo era vero; ma per dire tutta la verita, aumentavo il male per avere una maggior scusa. « E, caro Emmanuele, mi dice lui, quando eravate ammalato, io voglio gridarvi ancora per cio che non me l’avete fatto dire, perche se l’avesse saputo, sarei venuto a visitarvi »; e come gli dicevo che ero per andare a Loretto sotto quatro o cinque giorni, mi prego lui di trovar a viderlo una altra volta prima di partire.

Tu, carissima sorella, non m’ai ben capito, quando tu me rimproveri di dare al tuo celeberrimo e santissimo patrono degli sentimenti che non sono digni da lui. Sai tu che le azioni non sono male o buone per se, ma per l’intenzione che se adiunge ad esse. Dunque la stessa azione fatta o approvata con intenzioni varie puo esser o buonissima o cattivissima. Ma e bene inteso che la buona azione esclude la cattiva. Dunque quello che approva con buona intenzione la spoliazione dei religiosi in Ispagna, disapprova sommamente la birboneria, l’infamia, la sceleratezza infernale e diabolica di quelli che mossi non dai loro proprii sentimenti ma dal stesso Satana spogliano la santa Chiesa di Dio dai beni legitimamente acquistati e posseduti, ma forse non santamente impiegati. Hai tu capito?

Ma per risponderti sopra la tua questione, se io trovo che la condotta del Papa verso Don Pietro sia una prova che lui si pentisse dell’encyclica, io ti rispondo che queste due cose non hanno che fare insieme; ed ecco il grave male di La Mennais, il quale ha lasciato pensare che lui facesse causa commune con tutti questi sceleratissimi, uomini, che la terra, non ha mandato ancora nell’inferno. La Provvidenza ammirabile di Dio usa di tutte le piccole passione degl’uomini per eseguire il suo eterno disegno, e quello che vuol associarsi a questo bellissimo e degnissimo disegno dove lasciare le sue proprie idee, per non vedere che la grand impulsione data dal cielo, e la quale seguiscono tutti gli uomini senza saperlo, di tal guisa che Dio volendo purificare gli disordini della Chiesa di Spagna permette [che] uomini cattivi faciano in questo paese quello che non si potrebbe fare dai buoni. Il boia e preso tra gli condannati, perche un galantuomo non vorebbe incarricarsi d’uno cosi orribile e pero cosi necessario ufficio. Pensi tu che un buon giudice si rallegri della maniera colla quale il boia laglia le teste? No, cara sorella, ma pero dove esser contento che siano uomini obbligati di purificare la societa dei suoi piu corotti membri. Bastano, spero almeno, queste spiegazioni.

Ti prego di dire al buon signor abbate Gabriel, che mi rincresce molto che lui non abbia veduto la bellissima testa del Nostro Signore della Capella Sistina, come l’ho veduto io lontano di quatro o cinque piedi, andando a vedere Sigalon, il quale la copia. Non ho mai meglio capito le purole dell’ apostolo san Paolo, il quale dice di Nostro Signore: in quo inhabitat plenitudo divinitatis corporaliter, cioè nell quale abita la plenitudine della divinita corporalmente(1). Questo divino fronte pare un vaso di purissimo cristallo, il quale lascia vedere l’ardentissima flamma nascosta in se stesso.

Vorrei molto io avere delle notizie del buon abbate Combalot, e ti prego, si tu scrive a lui, di dirgli tante cose per me. Ti debbo, carissima sorella, mille grazie per il gentilissimo fine della tua lettera, ma ti prego di credere che non cè bisogno di ricordarmi tale cose. Lo so, ti assicuro, e pur troppo lo so. Ricordarmi degli miei parenti? Per dirti la verita, non avrei mai creduto esser capace d’avere il male del paese, come l’ho avuto qualche volta; ma lasciamo questo soggètto.

Tu seras contente, j’espère. Voilà une immense lettre écrite en italien. Si tu peux la déchiffrer, je t’en écrirai d’autres. Tu n’as qu’à parler. Je ne croyais pas écrire aussi couramment l’italien. Je ne crois pas avoir fait beaucoup de fautes, et puis mon italien est assez facile pour que tu le devines facilement.

La scène de M. Sudre me fait beaucoup de peine. Je ne comprends pas la rapidité avec laquelle on abandonne le système philosophique de M. de la M[ennais]. Le cardinal Micara m’a encore assuré avant-hier que le Pape le désapprouvait dans l’application qu’il en faisait maintenant, mais non pas dans le système en lui-même; ce qui revient parfaitement à l’explication que j’avais donnée à l’encyclique.

Adieu, chère petite soeur. Je t’embrasse et t’aime de toute mon âme.

Emmanuel.

Donne-moi des nouvelles de la maladie de Crispine et d’Esther. J’écris à Clément, et comme il serait trop long de le faire en anglais, je lui cite des vers anglais. Je lui ai trouvé une épistule délicieuse. Shakespeare parle d’un écolier qui va à l’école rampant comme un escargot. Le mot, qui en français aurait quelque chose de choquant, est parfait en anglais; il se prononce creeping like snail.

E.D'ALZON
Notes et post-scriptum
1. *Col*. II, 9.